(Reuters) - Domani mattina Giorgio Napolitano rassegnerà le dimissioni e scatteranno i 15 giorni entro i quali il presidente della Camera dovrà convocare parlamentari e rappresentanti delle Regioni per l’elezione del nuovo capo dello Stato.
Poiché il Parlamento è lo stesso di quello che circa due anni fa rielesse alla sesta votazione Giorgio Napolitano - il 20 aprile 2013 con 738 voti - si potrebbe ritenere che la composizione dei grandi elettori sia la stessa, invece ci sono alcune importanti differenze.
Nel 2013 il plenum dei grandi elettori era formato da 1.007 persone, ora sarà di 1.009 portando il quorum dalla quarta elezione da 504 a 505.
La differenza è data dal numero dei senatori a vita. Erano 4 nel 2013 dei quali due sono deceduti (Giulio Andreotti ed Emilio Colombo) e due sono ancora in attività: Mario Monti e Carlo Azeglio Ciampi. A questi si sono aggiunti: Elena Cattaneo, Renzo Piano e Carlo Rubbia (nominati da Napolitano così come Claudio Abbado che è però deceduto) e lo stesso Napolitano che diventerà senatore a vita subito dopo le sue dimissioni. Passano quindi da 4 a 6 con 4 new entry.
Sono 58: 3 (due per la maggioranza e uno per l’opposizione) per ogni Regione tranne la Valle d’Aosta che ne indica uno solo. Rispetto al 2013 è cambiata la maggioranza, dopo nuove elezioni, in cinque Regioni: Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Calabria, Sardegna e Abruzzo. Nel 2013 queste 5 Regioni espressero 10 esponenti del centro destra (8 Pdl e 2 Lega) e 5 del Pd; ora saranno 10 di centrosinistra e 5 di centrodestra.
Le altre Regioni dovrebbero confermare come nel 2013 24 esponenti di centrosinistra e 19 di centrodestra.
Benché non vi siano state nel frattempo nuove elezioni politiche, vi sono stati in Parlamento molti sommovimenti, passaggi di parlamentari da un gruppo a un altro, morte di alcuni gruppi e nascita di nuovi.
Il Pd aveva allora 293 deputati e 106 senatori; oggi ne conta 307 e 108 (con un saldo di +16).
Il Movimento 5 stelle aveva 109 deputati e 54 senatori; oggi sono 100 e 37 con altre defezioni annunciate (saldo attuale -26).
Il Pdl non esiste più: aveva 97 deputati e 91 senatori. Ora esiste Forza Italia (70 e 60) e Area popolare che unisce Ncd (ex Pdl) e Udc (che aveva 8 deputati e 2 senatori): sono 34 alla Camera e 36 al Senato.
La Lega Nord aveva 18 deputati e 16 senatori; oggi sono 20 e 15 (comprese le Autonomie).
Al centro Scelta civica aveva 38 deputati e 17 senatori, oggi ne ha 25 e 7; 8 di Per l’Italia sono ora in un nuovo gruppo alla Camera con i 5 già presenti del Centro democratico.
Sel contava 36 deputati e 7 senatori; oggi 26 e 7.
Fratelli d’Italia contava 9 deputati, invariati.
In sintesi, i movimenti maggiori sono stati: la spaccatura in due del Pdl, lo sfaldarsi dei grillini, il rafforzamento del Pd (che ha guadagnato con ingressi a sinistra da Sel e al centro da Scelta civica), lo sbriciolamento di Scelta civica.
(Paolo Biondi)
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