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MILANO, 12 ottobre (Reuters) - Fiat Chrysler (Fca) si appresta a collocare il 10% di Ferrari a Wall Street intorno ai valori indicati dall’AD Sergio Marchionne, con le quotazioni che dovrebbero rimanere sostenute, anche dopo lo scorporo dalla casa madre.
Il 10% circa del capitale dovrebbe debuttare a Wall Street entro fine mese, come nelle previsioni della società, dopo che nel fine settimana è stato pubblicato il prospetto informativo. A inizio 2016 è atteso lo scorporo di un altro 80%, nell’ambito del quale i soci riceveranno un’azione Ferrari per ogni Fca posseduta. Il restante 10% è in mano a Piero Ferrari.
Secondo il documento disponibile sul sito della Sec, andranno in borsa a breve 17,2 milioni di azioni, pari a circa il 9% di Ferrari, al prezzo di 48-52 dollari.
La quota dedicata all’Ipo sale a circa il 10% con la greenshoe, per un valore di 906,8-982,4 milioni di dollari.
E’ probabile che il collocamento del 10%, ma forse ancora di più gli scambi successivi allo scorporo, portino diversi investitori a costruire partecipazioni significative nella società, principalmente per l’effetto attrazione del marchio.
Il controllo sarà quasi blindato, con Exor al 24% e Piero Ferrari al 10%. Il meccanismo del loyalty share porterà Exor al 33,4%, Piero Ferrari al 15,3%, dice il prospetto, senza superare quindi il 50% e lasciando al flottante il 51,3% del capitale.
L’AD ha fatto più volte riferimento ai marchi di lusso per la valutazione di Ferrari, ma gli analisti danno per scontato che difficilmente il gruppo arriverà a margini e multipli di operatori come Prada ed Hermes.
Alcuni investitori sono fiduciosi in una crescita dei margini, in seguito al previsto aumento delle vendite a 9.000 veicoli nel 2019 da 7.255 lo scorso anno.
Ferrari avrà inoltre circa 2 miliardi di euro, a livello di debito netto, in seguito alla separazione da Fca.
Evercore Isi dice che Ferrari non è comparabile con altre società del settore. In ogni caso, al valore medio della forchetta dell’Ipo avrebbe una valutazione pari a 3,8 volte il fatturato e 14 volte l’Ebitda.
“Gli investitori dovrebbero chiedersi seriamente se la società debba trattare a quasi quattro volte i multipli di Bmw , il miglior produttore auto del mondo”, dice.
Nel breve termine la crescita di Ferrari potrebbe trovare ostacoli nel rallentamento dei mercati asiatici.
Le vendite di Maserati sono calate dell’11% nella prima metà dell’anno, soprattutto per il calo della domanda in Cina.
Una volta fuori dal gruppo, inoltre, sarà più costoso raggiungere gli obiettivi in termini di emissioni.
Quanto a Fca, buona parte degli analisti ritiene che il gruppo potrebbe apprezzarsi dai livelli attuali, ma ci sono anche gli scettici.
“Questa è un’attività a bassa crescita, bassa liquidità, redditività modesta, con massicci costi in tecnologia e questioni regolatorie complicate”, scrive l’analista di Bernstein, Max Warburton, storicamente negativo su Fca.
A fine luglio di quest’anno Bernstein indicava per Fca un target a 6,25 euro, con le azioni sopra i 14 euro, verso fine agosto lo ha rivisto a 9 euro, con il titolo a circa 12,5. Oggi le azioni sfiorano i 14 euro con un rialzo di circa 1% in un mercato cedente.
(Stefano Rebaudo)
(ha collaborato Agnieszka Flak)
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