Il maratoneta italiano Stefano Baldini. REUTERS/Shannon Stapleton (UNITED STATES)
ROMA (Reuters) - Correre la gara più importante della carriera col calore e l’umidità di Pechino ad agosto? L’inferno per molti maratoneti. Stefano Baldini, invece, non vorrebbe trovarsi a difendere il titolo olimpico in nessun altro posto.
“Penso possa essere un fattore a mio favore, mi adatto bene a condizioni del genere”, ha detto Baldini in un’intervista telefonica a Reuters.
“A nessuno piace correre col caldo e l’umidità. Ma io riesco a gareggiare bene in queste condizioni”.
Il maratoneta italiano lo ha dimostrato quando, nel 2004, nonostante il caldo ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Atene battendo Paul Tergat del Kenya e il marocchino Jaouad Gharib, allora rispettivamente detentore del record mondiale e campione del mondo.
Recentemente Baldini non ha avuto grandi performance. Il piazzamento migliore nel 2007 è stato il quarto posto alla maratona di New York a novembre, quasi tre minuti dietro il vincitore Martin Lel del Kenya.
Ma Baldini, 36 anni, ritiene che le condizioni climatiche di Pechino possano aiutarlo a ridurre le distanze dai favoriti come Lel, il suo connazionale Robert Cheruiyot e il detentore del record mondiale, l’etiope Haile Gebrselassie, in quelle che saranno le sue ultime Olimpiadi.
“Quando è caldo e umido, le migliori prestazioni individuali lasciano il tempo che trovano”, spiega. “La cosa più difficile sarà lavorare per essere al top della forma il giorno della gara”.