LONDRA, 24 gennaio (Reuters) - La zona euro ha iniziato il 2017 mantenendo la recente solida crescita, aiutata dalla debolezza della valuta che ha spinto gli ordini per i beni manifatturieri prodotti nella regione, mentre la crescita dei prezzi non ha influenzato la domanda del terziario.
L’indice Pmi flash composito della zona euro a cura di IHS Markit ha segnato un rallentamento marginale dai massimi di dicembre di 54,4, portandosi a 54,3 e restando ben sopra la soglia di 50 che divide la crescita dalla contrazione.
Un sondaggio Reuters aveva previsto un modesto miglioramento a 54,5.
“Alcuni indici stanno mostrando segnali particolarmente incoraggianti. L’indice dell’occupazione è ai massimi da febbraio 2008, fornendo una chiara indicazione che le aziende si stanno espandendo a un tasso che non vedevamo dalla crisi finanziaria globale”, commenta Chris Williamson di IHS Markit.
Il sotto indice che misura i prezzi applicati dalle aziende è rimasto sopra il breakeven per il terzo mese, pur scendendo marginalmente a 51,6 da 51,7 di dicembre, massimo da luglio 2011.
L’attività manifatturiera della zona euro è cresciuta al ritmo più rapido da aprile 2011, attestandosi a 55,1 da 54,9 di dicembre e contro attese di 54,8 raccolte in un sondaggio Reuters.
La voce che misura la produzione del settore manifatturiero è scesa leggermente a 55,9 dal massimo di 32 mesi di dicembre a 56,1. I nuovi ordini per l’export sono rimasti stabili sui 54,8 del mese scorso.
Il Pmi relativo al settore dei servizi a gennaio è scivolato a 53,6 da 53,7, deludendo le attese che convergevano su una salita a 53,9. La componente dei nuovi ordini è tuttavia salita a 53,6 da 53,5, toccando i massimi di un anno.
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